RIMINI. Dove eravamo rimasti? Alla bella di play-off contro la Peroni Livorno, ultima recita di quella straordinaria Marr di Piero Pasini che consquistò la promozione in A1.
Erano rimasti lì anche Ernest Wansley e Gig Sims, una coppia che ha fatto la storia del basket riminese e Rimini non li ha mai dimenticati.
Il pivottone moro solido in difesa e granitico nei blocchi e il bianco (che l’anno dopo lasciò il posto a Reggie Johnson) rimbalzista, stoppatore, un atleta vero.
Venticinque anni dopo, grazie allo splendido lavoro del Comitato “Marr Superstar” eccoli di nuovo assieme, per la prima volta, alla faccia del tempo che passato più di tanto.
“Rimini è sempre la stessa – dice Sims – questa è la seconda volta che torno, la prima è stata nel 2001. Quando Nicola Gambetti mi ha prospettato l’idea della partita sono rimasto sorpreso ma ho accettato subito, senza esitazioni”.
“Splendida idea – ribatte Wansley – è l’occasione per rivedere vecchi amici e anche per giocare a basket, una cosa che non mi capita spesso”.
In effetti, da quando hanno attaccato le scarpe al chiodo, il loro rapporto con la pallacanestro è cambiato.
Wansley (attualmente manager presso Southern States a Richmond): “I miei figli giocano, io mi limito a giudicare le loro prestazioni e dare qualche consiglio. Scendo in campo una volta all’anno: a Richmond c’è un torneo particolare che coinvolge tutte le chiese e logicamente vinciamo noi. Questo è il basket per me adesso, cammino molto e faccio aerobica.”
Sims (attualmente responsabile commerciale presso Marine Fenders International a Wilmington): “Quando andai via da Rimini rimasi fermo una stagione, poi ho giocato in Israele e tre anni in Spagna. Quindi sono tornato a casa e con la pallacanestro ho chiuso, tranne qualche eccezione. Fino all’anno scorso schiacciavo ancora, putroppo un infortunio alla gamba a inizio 2009 mi ha un po’ limitato.
Domanda classica: il ricordo indelebile di quell’anno?
Sims: “Vigevano, senza dubbio. L’entrata in campo in un palazzetto pieno di riminesi, l’entusiasmo era alle stelle, l’incitamento per la nostra squadra. Splendido”.
Wansley: “La nascita di mio primo figlio Justin e la partita di Ferrara (100-99 per la Marr, ndr) quando segnai 35 punti, una rarità per me”. Ernesto sfoglia il libro-amarcord “I ragazzi che fecero l’impresa”, va a cercare la pagina che parla di quella partita e racconta un aneddoto. “Sims mi disse: ‘prendi la palla, vai a canestro e segna’. Feci così e andò alla grande”.
Un nome: Pasini. Ma è vero che si arrabbiava con tutti tranne che con Ernesto? “No, no – sorride Wansley – prendeva di mira tutti. Era un duro, ma una persona molto gentile, ottimo coach. Lui aveva in testa solo la squadra, non gli interessava chi faceva i punti ma voleva che tutti difendessero alla morte”.
Sims: “Pasini è uno di quegli allenatori che ti permettono di vincere i campionati. Ha ragione Ernesto, era un duro ma serio e preparato, quelli come lui sono i coach migliori per qualsiasi giocatore”.
Con Gig Sims si torna a quel complicato inizio di stagione e l’ombra del taglio. “Mi infortunai allo scafoide in precampionato, la partenza fu tutta in salita, avevo perso fiducia, ero sempre sotto esame. Poi le cose cambiarono, il mio rendimento è salito e anche quello di tutta la squadra. C’era una grande chimica in quella Marr: nessun protagonista, ma tutti indispensabili. Ernesto? Ha un grande cuore, è stato un buon amico”.
“Era un piacere giocare con lui – continua Wansley – la nostra era una coppia perfetta, io avevo i miei compiti e lui (risatona) era un bianco saltatore. Per fortuna la società decise di non tagliare Gig, ricordo bene quei giorni e l’arrivo di Kelly, era una star, ma non c’era posto per le star nella nostra squadra. E neppure per chi tirava troppo”.
Carlo Ravegnani, 8 settembre 2009
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