Mi ricordo bene, o almeno credo, il Club Pantera Blu.
Oddìo, club forse era un parolone all’epoca, magari anche troppo snob, ma dava chiaramente il senso di appartenenza. Era un club sui generis, dove la formalità era bandita, la gerarchia sconosciuta, essere socio del club era semplicemente un segno di appartenenza.
La fondazione del club penso non ci sia mai stata, perlomeno ufficialmente: era una boutade, come dice la parola stessa, buttata li tra una chiacchiera ed uno scherzo in quel goliardico caravanserraglio che era il negozio OTTICA GALLUSI in Corso d’Augusto nella seconda metà degli anni Settanta. Era il negozio di Giuliano e Tiziana Gallusi la sede di questo strampalato club, erano loro il Presidente, il Segretario, il Tesoriere, il Factotum, il responsabile Marketing, insomma qualsiasi figura che possa venirvi in mente era ricoperta da Giuliano e dalla sua ombra Tiziana, persone che solo per la fortuna di averli conosciuti e frequentati dovresti baciarti i gomiti ogni giorno.
L’assemblea del club credo non si sia mai tenuta ufficialmente, anche perché avrebbe avuto la parvenza di una riunione di condominio, ci si conosceva tutti, grandi e bambini, come una grande famiglia, alla fine i soci erano tutte famiglie, i Gallusi, i Poggi, i Coppola, i Santolini, i Sammarini, gli Alvisi, Angelo e Lella con Goffredo e Mariola Guiducci, gli scapoloni irriducibili come Gregorio, Guidone e Dodo, a turno le fidanzate e le mogli dei giocatori tra cui la parte del leone la faceva la famiglia Cifiello che contava genitori, fratelli e nonni del giocatore e che ad ogni trasferta veniva caricata in pullman direttamente all’autogrill Cantagallo.
Eh si, perchè il primo compito del club Pantera Blu (quindi di Giuliano) era organizzare le trasferte al seguito della squadra, tanto un pullman era sempre pieno solo con le persone succitate, e nessuno per nessun motivo poteva mancare a quelle fantastiche gite fuori porta.
Riflettendo un attimo seriamente, e per concludere, mi viene solo da aggiungere che non era niente di strano, niente di rivoluzionario, era semplicemente il fascino delle minors, dei giocatori che incontravi al Pic Nic o per strada, che chiamavi per nome e che quasi vergognandosi ti rispondevano con un sorriso, semplicemente altri tempi che, mannaggia l’anagrafe, ho avuto il privilegio di vivere da protagonista e non per sentito dire…
[Roberto Coppola]