RIMINI: Grande successo per la manifestazione “Marr Superstar” organizzata per festeggiare il venticinquesimo della prima promozione in serie A1. “Rivedere tutti a distanza di 25 anni è stata un’emozione splendida”.
“Guarda Marcolino, quello vicino al canestro è Ernestone Wansley e vicino a lui c’è Giampaolo Paci. Sulla lunetta, invece, ci sono Benatti e Sims. Dovevi vederli giocare, era uno spettacolo!”.
“Papà e quello vicino a Scarone e Myers chi è?”.
“È il Paso, l’allenatore, quello che oggi voi chiamate coach”.
Dialoghi di una sera di fine estate. Colonna sonora di un Flaminio che per una volta è tornato ad essere il “catino” di mille battaglie. Dialogo di un evento non riuscito, ma riuscitissimo che ha fatto scendere lacrime di ricordi indelebili e sorrisi mai spenti. C’erano tutti, o quasi, all’evento Marr Superstar organizzato per festeggiare i 25 anni dalla prima storica promozione della Pallacanestro Rimini nel gotha dei canestri. C’era Piero Pasini, indiscusso leader di quel gruppo, il capo allenatore di un manipolo di ragazzi partiti a fari spenti che nel corso della stagione seppero sconvolgere tutti i pronostici. C’era Luca Dalmonte, oggi capo coach di Pesaro, ieri vice del “Paso”. C’erano Giammaria Carasso, direttore sportivo di quel gruppo, c’era Riccardo Cervellini, direttore tecnico di quella Marr. E poi c’erano loro, i giocatori, gli artefici di quella cavalcata indimenticabile. Dai due americani: Gig Sims e Ernest Wansley, al capitano Maurizio Benatti. C’erano Giampaolo Paci, Luca Joli, Stefano Brighi, Giorgio Ottaviani e tanti altri. Si sono ritrovati tutti insieme e per una settimana hanno ricordato quella stagione 1983-1984 per poi darsi appuntamento al Flaminio. Per fare che? Ma per tornare a giocare naturalmente. Dall’altra parte del parquet una formazione All Star di vecchi e nuovi riminesi: Romboli, Ruggeri, Angeli, Scarone, Semprini, Miserocchi, Morri e tanti, tanti altri. Insomma, una grande, immensa festa. Alla quale purtroppo non ha potuto partecipare fisicamente “ma con lo spirito da lassù in alto ci avrà certamente seguito” Guido, Guidone per gli amici, Fraternali.
“Poche sere prima dell’evento – dice con le lacrime agli occhi Cervellini – ci siamo ritrovati tutti al Pic Nic, come ai vecchi tempi. Quando ci siamo seduti a tavola ho subito avvertito la sua mancanza, non averlo con noi a scherzare mi ha fatto un brutto effetto. Al di là di questo, devo dire che è stata una manifestazione bellissima che mi ha fatto tornare indietro nel tempo. Sono passati 25 anni ma molti di quei ragazzi anche l’altra sera hanno dimostrato di avere ancora le mani di velluto e uno spirito battagliero”.
Già, perché una volta alzata la palla a due è stata partita vera. Oddio, per quello che si poteva chiedere a un gruppo che non ha più tanto fiato e qualche chilo di troppo. Se poi ci aggiungiamo ginocchia scricchiolanti, schiene affaticate, il quadro è più medico che sportivo. Alla fine hanno vinto le All Star (52-48) ma Ottaviani e compagni non hanno mai tradito.
“È stato un evento meraviglioso – commenta Pasini – che mi ha riportato indietro nel tempo. Un evento che ha colto nel segno: ha portato al palazzo tanto pubblico e i ragazzi in campo non si sono fatti male”.
“Meraviglioso, sì, coach, ma lo vada dire alle mie ginocchia, sento dolore dappertuto” ride al suo fianco Brighi, miglior marcatore dei suoi con 10 punti.
Le luci si abbassano, la gente scende dai gradoni, i bambini saltano. Anche loro hanno potuto vedere quei… Ragazzi che fecero l’impresa.
Francesco Barone, 20 settembre 2009
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