Ricomincia da 2. Ecco, il campionato della Marr inizia domenica 28 con i due punti strappati a Milano nella prima di campionato. “La prima, a St. Arcangeles, fanno a botte, per perderla!”, aveva sentenziato il Grande Nano del catodo. “The first is for the children!”, citava il vice Casalini, che come secondo non è secondo a nessuno, facendogli eco. Carasso, che è notoriamente un buon giocatore di briscola, meditava sulla saggezza di certi vecchi detti, ed infatti, dopo la “prima”, ne abbiamo fatte tre senza metterlo.
Tutto regolare, comunque: si sono verificate le previsioni di chi aveva individuato, fra le prime quattro partite che il calendario ci proponeva, la più abbordabile nella trasferta, appunto, con la Simac, confidando nel proverbiale ritardo di preparazione della squadra di Peterson, che il blasone vuole votata ai play-off. Infatti la Simac si è presentata in campo, per così dire, coi bigodini ancora in testa: D’Antoni infatti era reduce da un infortunio, incapace di rubare la classica caramella al bambino, Premier era tutto abbronzato che pareva un Premium Saiwa reduce dalle Canarie, Boselli era reduce da una nostalgica telefonata a Varese (sapete, queste storie di gemelli), Gallinari era reduce e basta. Quanto a Meneghin e Bariviera, i due vecchi malvissuti, parevano piuttosto reduci da un gemellaggio eto-etilico (razza Piave-grappa omonima). I due americani, giunti in ritardo, erano ancora evidentemente frastornati dal cambio di fuso orario e dalle frettolose presentazioni. E a confermare tutta questa situazione di precarietà, Peterson confidava agli intimi di accusare un certo ritardo mestruale, che temeva di essere incinto.
Ma, a parte tutte le considerazioni sul grado di preparazione dei nostri avversari, la Marr ha giocato una buona partita, ricevendo da ogni singolo giocatore un buon apporto di punti e di gioco. E se la stessa cosa si fosse verificata anche nelle partite successive, forse oggi conteremmo almeno due punti in classifica in più. Ecco, questo mi pare debba essere l’obiettivo di Pasini: riuscire ad ottenere dai suoi uomini una certa costanza di rendimento, o meglio, una certa omogeneità. Contro la Ciao Crem di Varese, per un Cecchini che fa sfracelli, ci sono Reginald Johnson che latita e Benatti in debito d’ossigeno; a Roma, pur senza dimenticare che di fronte avevamo i campioni d’Europa, ad un primo tempo da favola è seguita una seconda frazione di gioco affatto esaltante; a Livorno, quando i due americani fanno 54 punti in due (e quando mai..?), un attimo di follia tattica pregiudica la partita. Certo, non è facile: in A1 ci troviamo quasi regolarmente a rendere centimetri e chili alle squadre avversarie, nonché esperienza; per questo occorre ottenere da ognuno il massimo del rendimento e di concentrazione.
Ripartiamo da 2, quindi. A questa quota , in classifica, ci troviamo con Scavolini, Indesit, Yoga e Stefanel Trieste, che affrontiamo nel prossimo impegno casalingo. Una compagnia tutt’altro che rassicurante: la Scavolini, malgrado l’allenatore, possiede infatti un potenziale di tutto rispetto, e così l’Indesit di Oscar; presumibilmente risaliranno in classifica nel prosieguo del campionato. Le altre dobbiamo, fin da domenica, trovarcele indietro: la Yoga dovrebbe perdere a Caserta, poi ce la vedremo con la Stefanel. Una partita delicata, certo, perché da vincere a tutti i costi: il ragionier De Sisti ama il gioco controllato e i ritmi bassi e si affida a buone difese; in attacco e sotto le plance può contare su Coleman, sul boscaiolo Riva e su “Gerovital” Bertolotti. Non pare trascendentale nel reparto guardie e tutto il peso della costruzione del gioco poggia sulle spalle del play Fischetto (Puffi All Stars), al quale credo si dovrà prestare attenzione, cercando di isolarlo al massimo per rendergli duro il compito. Alterne fino ad ora le prestazioni dell’altro americano, Dillon. Pasini spera che non faccia il mostro proprio a Rimini, e intanto tocca Ferro. E la gente mormora.
26 ottobre 1984
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