Si è conclusa trionfalmente la “settimana della Marr”. Le celebrazioni erano iniziate clamorosamente sotto il segno di una dimostrazione incredibile di malcostume giudiziario, di una leggerezza inconcepibile nell’amministrazione di una giustizia sportiva che appare faziosa e superficiale, soprattutto non all’altezza di un campionato di basket che si vuol proporre come “secondo campionato al mondo dopo quello dell’NBA”.
E se i connotati del dilettantismo sono spariti già da un pezzo, con buona pace di De Coubertain e con soddisfazione da parte di tutti coloro cui non sfugge il fatto che la crescita di questo sport passa attraverso sponsors, managers, televisione, bilanci, atleti ed allenatori a tempo pieno, è assurdo che alcuni settori del “carrozzone”, per ricorrere ad un termine che si applica a diverse situazioni, siano gestiti con criteri e metodi medioevali. Il settore della giustizia sportiva e, più in generale, quello arbitrale, sono rimasti anni luce lontani dal resto del “movimento” cestistico; occorre che le società si impegnino per restituire efficienza e credibilità alla Federazione ed a tutti i suoi organismi. Le dimostrazioni di solidarietà, le opportune puntualizzazioni della stessa Mobilgirgi tese a scagionare la Marr da qualsiasi responsabilità, l’indignazione espressa dalla stampa specializzata in merito al provocatorio verdetto di squalifica per cinque giornate hanno poi contribuito a creare un’aureola di perseguitata attorno a questa Marr mai così simpatica nel passato; la definitiva condanna ad una giornata di squalifica, cancellabile con un’ammenda, restituisce i fatti alla loro dimensione, ma non fa dimenticare l’iniquità di una sentenza che vorremmo poter catalogare come una “svista”, ed impone il restauro dell’immagine della Giustizia sportiva, già deturpata da precedenti nefandezze.
In nome di una giustizia superiore la Marr ha vinto poi gli ultimi incontri a Trieste e a Brescia, senza fare favori cioè a nessuna delle due squadre, impegnate per la salvezza. Contro la Benetton i ragazzi di Pasini hanno maramaldeggiato a lungo contro una squadra ricca di tiratori e povera di carattere; solo nel finale i padroni di casa si erano risvegliati con una serie impressionante di “bombe” portandosi fino a due punti dai riminesi. Cecchini ne aveva freddato le residue speranze e la Marr ha vinto a braccia levate: Ernesto aveva ridotto a miti consigli il volonteroso Norris e Reggie si era esaltato nel clima non troppo acceso della partita. Ma tutta la Marr si era espressa ad ottimi livelli e con ottime percentuali di tiro.
A Brescia la Marr ha fatto poi giustizia della sconfitta patita all’andata; in casa, al Flaminio, solo Berloni e Silverstone erano passate finora indenni, a Rimini ci aveva condannato un tiro sbilenco del magnifico Branson proprio quando pareva che avessimo riacciuffato la chance dei supplementari. A Brescia la nemesi storica si è abbattuta sulla truppa di Taurisano attraverso la manina santa di Johnson, che ha deviato a canestro, a fil di sirena, un tiro sbagliato di Ferro, proprio quando Lasi, a sette secondi dalla fine, con un tiro da tre aveva riportato avanti i suoi. E dire che il Tau aveva ben imbrogliato le carte sul parquet, creandoci fin dall’inizio qualche problema: questa volta aveva incentrato le sue attenzioni difensive della Silverstone su Benatti; il marcamento a uomo sul play con quattro a zona aveva decapitato la Marr. La squadra acefala del primo tempo ha balbettato per una quindicina di minuti, poi, sorretta da un volitivo Wansley e da Ferro, si era portata avanti di quattro punti. Pasini ha difeso a uomo fino a quando il terzo fallo di Ernesto non lo ha costretto a cambiare, ma la Silverstone ha trovato buoni tiri da fuori solo con Lasi. Nel secondo tempo, dopo un avvio equilibrato, i bresciani hanno operato il break che poteva essere decisivo, portandosi avanti di undici lunghezze, ma la Marr non si è disunita. Anzi, proprio nel tentativo di affrettare i tempi, i tiratori bresciani hanno commesso qualche errore di troppo, consentendoci il riaggancio malgrado l’uscita per falli di Ernesto. A 34 secondi dal termine, una bomba di Ferro portava avanti di due punti la Marr; replicava Lasi con un missile a sette secondi dalla fine, discesa frenetica di Ferro, tiro sbagliato, spuntava più in alto di tutte la mano di Johnson che con tocco vellutato rettificava a canestro. Era il trionfo fra le timide proteste dei padroni di casa.
Con queste due vittorie in trasferta la Marr si installa in classifica a ridosso delle pretendenti al terzo posto (!) alle spalle dell’imprendibile Simac e dell’Arexons che ci rende visita domenica prossima. L’allettante prospettiva di un risultato clamoroso ha gasato tutto l’ambiente: se riuscirà a mantenere concentrazione e determinazione sufficienti nessuna impresa è vietata a questa Marr che Pasini ha forgiato con pazienza e tenacia. Ma noi vorremmo già ora ringraziarla per quello che ha fatto.
Sappiano, i ragazzi, che tutto quello che verrà, sarà un regalo in più.
28 febbraio 1986
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