Diceva un vecchio tifoso a fine partita: “Venti punti in casa non ce li aveva mai dati nessuno, nemmeno con il Tau!” e il commento alla partita potrebbe finire lì.
Ma i 20 punti avrebbero potuto essere anche di più, solo che il Cidneo avesse voluto infierire nel finale. Si attendeva con giustificata preoccupazione questa partita sia per l’effettivo valore della squadra ospite sia per le sconcertanti prove offerte dalla Sacramora nelle prime tre partite del campionato: e la gara non ha fatto altro che dare delle conferme. La squadra di Sales ha tutti i titoli per aspirare alla A1, la Sacramora è attesa a un campionato durissimo, obiettivo salvezza..
Chiariti così i ruoli, per chi avesse avuto ancora dei dubbi, analizziamo un po’ più da vicino la squadra ospite; retrocedente dalla A1, dove si era trovata dopo le prime 8 partite in testa alla classifica meritando il titolo platonico di squadra rivelazione, ha saputo resistere a crisi dirigenziali e alla voglia di vendere: si affida a “bimbo” Costa, 20 anni, 2,11 di altezza e a Pedrotti, un 2,07, nel ruolo di pivot, al nazionale Solfrini, 1,97, dinamite nei garretti e braccia lunghissime, Marusic, 2,03 e buon tiro e all’americano Abernathy (il biondo Parsifal), 2 metri e tiro mortifero nel ruolo di ali. Dietro può contare sul divino Pietkievitz, play di indiscusso talento, su Motta Silvano, guardia di 1,97, buon difensore e contropiedista e all’occorrenza sul vecchio play Fossati. In panchina siede Sales, uno dei tecnici più preparati in circolazione, modi e aspetto da baronetto inglese: per l’occasione indossa un cardigan azzurro con lo stemma del casato, mano rampante in campo altrui (in questo caso il Flaminio). E già questo doveva metterci sull’avviso delle cattive intenzioni dei bresciani. Uno dei motivi della partita, a parte il piacere di vedere all’opera la coppia USA che chiameremo per comodità Ab-Piet (Ab-biate Piet-à di noi. Ndr) è indubbiamente costituito dal duello fra il Bambincosta e il Cav. Vecchiato, denso com’è di implicazioni tecniche e psico-sociologiche (scontro generazionale) e persino cliniche (pare che a Renzo, tutte le volte che si trova di fronte il Bimbo, venga la febbre), duello che si rivelerà, come vedremo, fondamentale per l’esito della partita.
Si aprono dunque le ostilità agli ordini di Fiorito da Roma e Malerba da Brindisi, dopo lo scambio rituale di doni all’inizio: noi offriamo ciabattine Fass, loro si astengono dal donarci water portatili in ceramica (la Cidneo produce anche sanitari) giudicati troppo allusivi, ci danno il loro gagliardetto. Sulle gradinate 22 (contati) tifosi bresciani intonano il coro “nessuno ci toglierà la A1!”; i nostri ultrà rispondono col classico “scemi, scemi!”. Chi vivrà vedrà.
Faina rinuncia a Procaccini (pensiamo per contrastare meglio i centimetri in più dei bresciani) e fa entrare Cecchini, Riva, Rank, Collins e Vecchiato. Sales, scontatamente, schiera rispettivamente Piet, Motta S., Solfrini. Ab ecc. e Costa. Le due squadre si schierano con difesa a uomo, i primi punti sono per Piet che, incurante del marcamento fastidioso di Cecchini che gli si è subito appiccicato ronzando come un tafano, fra un palleggio in mezzo alle gambe e uno dietro la schiena, infila un 2 su 2 dalla distanza. Risponde per le rime un Rank piuttosto volitivo (lo scontro fra due muscolari come Bora Bora e Solfrini fa scintille) mentre il ruspante Cecchini tiene alto il ritmo dell’incontro e si susseguono fasi confuse di gioco. Sales, che non deve essere un amante della confusione, chiede minuto e invita i suoi ad un maggiore raziocinio e a servire maggiormente Costa. Inizia subito a martellare da fuori Ab, che si porta a spasso Collins mentre Costa uccella troppo spesso il Cav. Cambia marcatura giustamente Faina spostando Collins su Solfrini, che ama giocare più in penetrazione e mettendo Rank su Ab che cerca il tiro dagli angoli.
Ma è il Bambincosta che imperversa in questo momento: con quattro cesti consecutivi (questi giovani non hanno rispetto per nessuno) porta avanti i suoi. Vecchiato, in stato comatoso, non riesce ad anticiparlo per quanti sforzi faccia; viene richiamato in panchina, l’occhio ipertiroideo un po’ spento a 8′ dal termine del primo tempo e lo sostituisce Terenzi sul punteggio di 27 a 20 per il Cidneo mentre anche Solfrini, acciaccato, lascia per Marusic. C’è un sussulto della Sacramora, che segna 4 punti in un amen e Sales ordina una zona 2-1-2. La perfora subito Rank dall’angolo, poi Collins costringe Ab al terzo fallo. Escono stremati dal grosso lavoro svolto Riva e Cecchini per Del Monte e Procaccino che, in difficoltà a far girare palla, non trova di meglio che tentare l’entrata frontale contro la zona schierata: ne esce coi denti scheggiati e due falli di sfondamento sul groppone, finchè sul 37 a 28 per gli ospiti a 4′ dalla fine del primo tempo, Faina non chiede il time-out e ordina calma e una zona 2-3. Ma appena rientrato, Paganini-Procaccini, in evidente stato confusionale, ritenta l’entrata, arrampicandosi su Solfrini che lo stoppa e lancia il contropiede: 43 a 31 per gli ospiti quando Vecchiato segna il suo primo canestro, poi il Bimbo stoppa Rank che si rifà segnando due cesti consecutivi fino a portare la Sacramora a 10 punti. Il primo tempo si chiude col punteggio di 47 a 37 per il Cidneo. Per noi ci sono 9 punti di Collins, poco servito finora, e 18 di un rinato Rank, per gli ospiti 10 punti dello scarsicrinito (come dice Walter) Pietkiewicz e soprattutto 20 del Bambinsauro Costa.
Approfitto dell’intervallo Cynar (coi fegati che si devono trovare i tifosi riminesi) per aprire una parentesi su quella che mi è sembrata una partita nella partita e mi riferisco al duello fra Vecchiato e Costa. Certo, Renzo soffre anche psicologicamente (deve aver dormito come quel tale Principe di Condé cui accenna il Manzoni nei Promessi Sposi)il giovane rivale anche per il posto in Nazionale. Ma il Costa visto a Rimini (e qui spezzo una lancia in favore del nostro) è forte, molto forte: gioca molto vicino a canestro, mancino ed è un grosso vantaggio, ha leve robuste e braccia lunghe e quando riesce a prendere posizione aprendo il compasso delle sue gambe è arduo marcarlo d’anticipo, considerato che poi al suo servizio ha un passatore puntuale e preciso come il Piet. Forse Vecchiato, che pure possiede un bagaglio tecnico di prim’ordine, avrebbe dovuto marcarlo davanti o aspettare che il pupo si girasse per tentare di stopparlo o perlomeno rendergli meno agevole il tiro, senza tentare interventi d’anticipo puntualmente andati a vuoto; senz’altro ci aspettavamo reagisse in fase d’attacco (come farà nel secondo tempo) senza piegarsi supinamente ad un verdetto che lo vedeva perdente nel confronto diretto col rivale. Ma torniamo alla partita: all’inizio del secondo tempo Faina dispone i suoi in una difesa 1-3-1 particolarmente aggressiva e l’espediente tattico sembra prendere di sorpresa gli ospiti. Si esalta la Sacramora, si spoglia Sales. Si sveglia Vecchiato gerovitalizzato da Angeli negli spogliatoi, accorciamo le distanze fino a portarci a due punti, Sales seminudo chiede il time-out e ordina calm and gess, please.
Assistiamo alle fasi più belle della partita: ribattiamo colpo su colpo ai canestri che, con una manovra più accorta, il Cidneo trova dagli angoli con Marusic e il puntualissimo Biondo Parsifal; soprattutto Vecchiato appare più intraprendente in attacco (ed è meno solo in difesa). Purtroppo qualcuno comincia a pagare il prezzo di un ritmo infernale: alcune infrazioni di Rank, (passi e doppio consecutivamente), alcune benevolenze arbitrali nei confronti del pupo Costa (fallo macroscopico su Vecchiato), il solito Piet che sale in cattedra con passaggi da favola, portano ancora avanti il Cidneo: 66 a 57 quando Faina decide di dare un po’ di respiro ai suoi lunghi facendo entrare Mossali.
C’è un’azione che vale la pena di sottolineare: Piet e C. offrono una lezione gratuita di come si batta una zona senza alchimie e sofismi semplicemente facendo girare rapidamente la palla fino a liberare Ab al tiro da non più di tre metri. Tutto il pubblico applaude. Si riveste Sales (niente sesso, siamo inglesi). Lentamente si staccano nel punteggio gli ospiti, non c’è più partita quando schiaccia Costa, 78 a 63 per gli ospiti, siamo tornati a marcare a uomo, il resto della partita ci regala altri episodi da gustare, come una stoppata maestosa di Rank su Costa, un’entrata cameriere di Solfrini tipo Doctor J., le ultime palle rapinate dal ruspante, gli ultimi canestri da 9 metri del Piet.
Termina la partita con la gente che sta sfollando prima del tempo. Maurizio, noto avvelenatore locale, che per seguire l’incontro dal parterre si è travestito da infermiere, appare invecchiato di 10 anni; continuano i festeggiamenti da parte dei 22 (i nostri ultrà devono provare una certa invidia).
Abbiamo ritrovato in parte Rank, si è ritrovato lo sperduto Vecchiato del primo tempo, non abbiamo ancora capito i ruoli di Mossali e Terenzi in questa squadra. Termina dicevamo la partita sul punteggio di 100 a 81 per il Cidneo.
La domanda è: “E’ troppo forte il Cidneo o… ???”
16 ottobre 1981
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