Mancano due giornate alla conclusione della regular season del campionato e l’incertezza sui verdetti definitivi regna sovrana: due squadre conoscono già i rispettivi destini, la Standa per ciò che riguarda la promozione e il Pescara per la retrocessione. Tutte le altre possono continuare a cullare sogni e a nutrire ambizioni: ma basterà un nonnulla per vanificare gli sforzi di una stagione.
Fra le undici (!) pretendenti ad un posto nella griglia dei play out c’è anche la Marr; a meno di clamorosi sviluppi, a quota 30 dovrebbe accedere alla sospirata appendice, premio per società e tifosi, in termini di incasso, e Dio sa se ne abbiamo bisogno, e di onore sportivo.
Già con la Standa di Reggio Calabria sarebbe stato possibile raggiungere la quota della relativa tranquillità: si confidava nel possibile stato di appagamento e di rilassatezza dei calabresi, già promossi in A1, e nel fatto che, contro le squadre di vertice, in casa, abbiamo sempre sfoderato prestazioni eccellenti. Ma la Standa non ha mostrato nessun calo di tensione, anzi, ha sfoderato una grinta e una determinazione sorprendenti: forte sotto le plance con Tolotti, cavalletta sgraziata ma efficace, e micidiale dal perimetro con Savio, ha trovato anche la straordinaria regia di Attruia, un play agile e dotato di buona tecnica, che ha saputo mettere alla frusta sia Benatti che Angeli. Un capitolo a parte merita Caldwell, un cecchino disegnato apposta per il campionato italiano: forte fisicamente, sa giocare sporco quanto basta per non farsi intimidire nei pressi del canestro, sa adattarsi ai contatti dei quali anzi si giova per trovare spesso buone soluzioni di tiro in precario equilibrio, e se gli lasci mezzo metro fuori dalla linea dei tre punti non si fa pregare a metterla dentro. Terenzi lo ha marcato con grande determinazione fino a quando gli arbitri non lo hanno tolto di mezzo con due falli consecutivi piuttosto dubbi, per non dire sospetti, data la robustezza dei contatti che erano stati consentiti per il resto della partita.
E qui si rileva come alcuni arbitri posseggano delle proprietà che sono ormai allo studio di tutta la comunità scientifica: vari esperimenti hanno dimostrato che, unendo due cretini in un bagno di folla e in presenza di alcuni giocatori di basket che fungono da catalizzatore, si sprigiona una grande quantità di energia. Da un iniziale aumento di temperatura si passa ben presto ad uno stato di ebollizione e si innesta una serie di reazioni a catena che non sempre la forza pubblica è in grado di controllare, anche se ancora non si è verificato nessun incidente tipo Chernobyl: si tratte di energia quasi pulita, in quanto la produzione della stessa avviene in presenza di poche scorie consistenti talvolta in monetine e più spesso in cartaccia e lupini, facilmente biodegradabili.
Rubbia si è dichiarato piuttosto scettico al proposito, ma ha deciso di ripetere l’esperimento, del quale già Zanon, Deganutti e altri arbitri si sono assunti la paternità, in laboratorio; nel caso, invece del palladio come fanno tutti, adoperi due barrette di stronzio, e vedrà che l’esperimento riuscirà perfettamente.
7 aprile 1989
Leave a Reply
Commenta questo articolo!